Sopravvissuto ad un disastro aereo in quota: la storia di Norman Jr. Ollestad
di Kyt Lyn Walken
Una giovane, giovanissima età, non è sempre sinonimo di debolezza e di impreparazione ai drammi che la vita può riservarci.
Più volte, infatti, storie al limite dell’incredibile hanno dimostrato che i più piccoli possono avere risorse inaspettate in termini di tenacia e di resistenza. E resilienza, anche.
In un articolo precedente avevamo raccontato la storia di Julian Koepcke, sopravvissuta ad un incidente aereo nell’inospitale ed aspra giungla amazzonica.
Anche questo articolo ha per protagonisti un bambino e un tragico incidente aereo.
E una montagna, con i suoi 2600 metri d’altezza.
19 Febbario 1979.
(nella foto Norman Jr. e suo padre)
Norman Ollestad Jr. ha undici anni e sta viaggiando con suo padre Norman e la fidanzata di lui, Sandra, verso Big Bear Mountain. Devono ritirare un trofeo, e il viaggio sul Cessna (NDR: un tipo di aereo) è, già di per sè, una esperienza emozionante per il piccolo Norman.
Le St.Gabriel’s Mountains, nel Sud della California, si estondono maestose sotto di loro: intense, inaccessibili, pure.
Tutto ad un tratto il Cessna si trova in mezzo ad una tempesta. Tutto sparisce dalla vista di Norman Jr. Le orecchie e il cervello si riempiono delle grida degli altri passeggeri.
Il padre, insieme al pilota, muoiono immediatamente. Sandra riporta una brutta lussazione alla spalla e un colpo alla testa, ma è viva.
Il piccolo Norman Jr. Si rende conto che non possono esitare vicino ai rottami del velivolo: devono scendere, guadagnare una quota più bassa, chiedere aiuto. Senza nemmeno un paio di guanti con sè, il bambino afferra Sandra per mano e inizia la impervia discesa da 2600 metri di quota.
Tenendo stretta la donna, un passo dopo l’altro, Norman Jr. Avanza con difficoltà ma con in testa le parole del padre “Non arrenderti mai”. Questo racconterà poi al Los Angeles Time.
Mai arrendersi. Usa la testa. Non perderti mai d’animo. Fa quello che il buon senso ti impone di fare. Sai come affrontare le montagne, te l’ho spiegato tante volte, Norman. Devi solo scendere, e chiedere aiuto.
Non voltarti indietro.
Ma all’improvviso Sandra non c’è più: è scivolata alla presa delle sue manine, e è caduta chissà dove, chissà quando. Tutto è confuso, ma non irragionevole.
Non per Norman Jr, che prosegue la sua discesa verso la salvezza.
Per nove, intense, solitarie ore.
Norman Jr. Ollestadt ha raccontato tutto in un libro, “Crazy For The Storm: A Memoir of Survival” – “Pazzo per la tempesta” (2009).
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