Disperso nel deserto dell’Australia

di Kyt Lyn Walken

2015.

Laverton, Australia occidentale. Ai confini del Great Victoria Desert.

Reginald Foggerdy, cacciatore di 62 anni, lascia la cittadina per dirigersi verso un accampamento a circa centosettanta chilometri di distanza. 

Il suo obiettivo è raggiungere il fratello per una battuta di caccia di cammelli selvatici. 

E’ vestito con t shirt, pantaloni corti e infradito. Con sè ha un fucile, ma nessuna provvista.

Viene dichiarato disperso dal fratello, che lo cerca invano.

Le ricerche iniziano immediatamente, ma le temperature sono torride, e il deserto del Great Victoria non lascia alcuno scampo. 

Nonostante Foggerdy sia sempre stato un verace amante dell’Outdoor e certo avvezzo al clima proibitivo dei West Australian Goldfields, sopravvivere in tali condizioni è quasi un atto disperato. Il fratello incita i gruppi di ricerca a fare presto, molto presto.

La disidratazione e il rischio di ipotermia notturna sono molto più che una remota possibilità in quella zona dell’Australia.

Sulle sue tracce si mette il TRG (Tactical Response Group), formato da Trackers esperti, insieme ad elicotteri che iniziano a pattugliare la vasta area in cui Foggerdy risulta smarrito.

Il cacciatore applica tutte le tecniche di sopravvivenza che conosce per mantenersi in vita, mangiando formiche e tentando di tenersi al riparo dalle temperature spietate riparandosi sotto gli alberi. Senza acqua e già in uno stato di avanzato delirio, Foggerdy rimane in attesa. Non può fare altro.

Nel frattempo i Trackers riescono a rintracciare e a seguire le sue orme per quindici chilometri, cercando di accorciare le distanze con il disperso. Ogni minuto potrebbe infatti determinare la sua salvezza o la sua morte.

Dopo sei giorni viene trovato. E’ una alba quasi livida, e Foggerdy, disidratato, impolverato e in stato confusionale, è lì. Un miracolo, o forse no.

Viene trasportato immediatamente dal soccorso aereo all’ospedale di Kalgoorlie.

Le sue condizioni tuttavia non destano preoccupazioni ulteriori.

Andy Greatwood, Ispettore di Polizia,  ha dichiarto che Foggerty «non aveva bevuto un goccio d’acqua per sei giorni, era estremamente disidratato e piuttosto delirante, ma è riuscito a parlare dopo aver ricevuto i primi soccorsi. […] È sorprendente è che sia riuscito a sopravvivere mangiando solo formiche».

Climi implacabili, scenari che offrono poche o quasi zero risorse mettono in gioco la nostra esperienza ma stimolano il nostro naturale istinto alla sopravvivenza.

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