Bivo e l’ortoressia
Bivo e l’Ortoressia: il complete food italiano può essere di aiuto nel percorso di cura dell’ortoressico?
In questo articolo affrontiamo un tema delicato: l’ortoressia.
Anche se chi ci segue probabilmente già conosce il concetto di “complete food”, diciamo per chi ancora non lo sapesse che gli alimenti completi (per dirla all’italiana…) sono quella categoria di cibo che contiene tutti i macronutrienti (carboidrati, lipidi, proteine e fibre) e tutti i micronutrienti (come le vitamine e i sali minerali) che servono al corpo umano per evitare carenze nutrizionali o stati di avitaminosi o di altre carenze (i.e. osteoporosi per carenze di calcio). Un alimento completo ben congegnato dovrebbe a nostro avviso garantire inoltre un basso indice glicemico, ingredienti di origine totalmente vegetale e un profilo amminoacidico completo (contenere tutti gli amminoacidi essenziali!). In parole povere un ottimo complete food è un cibo che ti permette di alimentarti in modo equilibrato e bilanciato, potenzialmente per sempre, anche solo nutrendoti esclusivamente con il complete food stesso. Noi però, pur avendo Bivo questa potenzialità, non ne abbiamo mai consigliato un uso esclusivo, proprio perché il cibo ha anche importanti ragioni conviviali e sociali che trascendono gli aspetti puramente nutrizionali. Se il complete food è un concetto chiaro a molti, forse il tema dell’ortoressia potrebbe essere più oscuro per chi di mestiere non faccia lo psicologo o il nutrizionista.
L’ortoressia nervosa infatti è un disturbo alimentare causato da una crescente ossessione patologica per il mangiare cibi sani e naturali. E’ un esempio di concetto positivo (chi infatti vorrebbe mangiare cibi poco salutari, molto artefatti o con molta “chimica” aggiunta? ) che – se portato all’esasperazione – perde la sua valenza benefica e diventa una vera e propria malattia. A tale proposito è comunque opportuno precisare che l’ortoressia non è ancora stata inserita nel DSM 5, il più usato manuale nosografico per la categorizzazione dei disturbi mentali.
L’etimologia del termine è greca (Orthos e Orexis, gusto e appetito) e chi soffre di ortoressia comincia a pensare in modo ossessivo alla qualità del cibo che ingerisce. E’ un disturbo descritto per la prima volta da Steve Bratman alla fine del secolo scorso (1997) e la cosa curiosa è che questo dietologo fece un’auto diagnosi per definire i criteri con cui diagnosticare l’ortoressia. Si definisce infatti un ex-ortoressico e ha redatto il test omonimo (test di Bratman) che aiuta a capire se un soggetto ha tendenze ortoressiche. In pratica se una persona pensa molto spesso al cibo (> 3 ore al dì), ha paura di contaminare il proprio corpo con cibi sbagliati, e la qualità del cibo che mangia diventa più importante di tutto il resto, corre il rischio di considerarsi superiore a chi fa scelte alimentari meno ponderate con conseguenze pesanti sul piano dei rapporti sociali e affettivi.
Ovviamente la cura di un ortoressico è una questione che vede coinvolti sia psicologi sia nutrizionisti, con da un lato un lavoro psicoterapeutico di presa di coscienza di quali siano le emozioni alimentanti l’ossessione e dall’altro con le indicazioni che il nutrizionista può dare al malato sui cibi da assumere per colmare le carenze nutrizionali che possono essersi già manifestate.
Ma per arrivare al punto della domanda iniziale, in tutto questo scenario, che aiuto può venire da un cibo completo e naturale come Bivo?
Riteniamo che nel percorso che porta alla guarigione poter disporre di un cibo che, anche per la sua caratteristica visiva (si presenta sotto forma di polvere, quindi con una connotazione “asettica”, e oltre a essere prodotto con ingredienti vegetali e naturali è privo di allergeni) rappresenta un cibo futuristico (ricordiamo che siamo in pieno ambito “foodtech”). Bivo non è solamente un cibo buono e naturale ma richiama nativamente l’idea di cibo puro e incontaminato, concetto questo che tanto interessa all’ortoressico, anche durante il suo percorso di superamento della sua forma di disturbo ossessivo/compulsivo.