I pericoli della dieta chetogenica
Chi ci conosce, sa che noi di Bivo siamo a favore della dieta Mediterranea, che consideriamo la migliore nutrizione al mondo.
Con questa premessa, siamo anche consapevoli della complessità della tematica della nutrizione, e diffidiamo da tutte le diete prestabilite e valide “erga omnes” (per tutti). E’ questo il motivo per cui con Bivo forniamo una soluzione naturale e nutrizionalmente bilanciata da utilizzare al momento del bisogno, senza necessità di seguire alcuno specifico regime alimentare. Noi crediamo ad un approccio olistico alla nutrizione, per il quale è necessario capire bene la situazione di ogni singola persona prima di disegnare un piano nutrizionale (età, peso, percentuale di massa grassa, ma anche altri aspetti come lo stile di vita, il metabolismo, eccetera). L’attività appena citata deve essere svolta da un professionista certificato, come un nutrizionista.
Crediamo in un approccio di medio-lungo periodo alla perdita di peso, che sia salutare e sostenibile, e diffidiamo di tutte le diete che promettono miracoli.
E’ per questo che i nostri clienti che vogliono avere un piano nutrizionale personalizzato, sanno di potersi rivolgere alla nostra nutrizionista Dottoressa Paola Salgarelli, con la quale collaboriamo fin dall’inizio del progetto (qui un esempio di collaborazione attorno al tema della formazione nutrizionale: https://blog.bivo.it/servizio-di-formazione-nutrizionale/).
Oggi vi parliamo delle diete “low carb”, con un focus particolare sulla dieta chetogenica.
Vi diremo in modo molto chiaro quello che pensiamo, inserendo i riferimenti scientifici in fondo all’articolo.
Noi crediamo che le diete cosiddette “low carb” siano potenzialmente pericolose, e che nel caso si vogliano adottare tali regimi nutrizionali estremi, la dieta vada seguita con grande cura sotto l’osservazione di uno specialista.
L’unica cosa a nostro avviso positiva che dicono i fautori delle diete “low carb” è l’indicazione di evitare carboidrati raffinati e gli zuccheri aggiunti.
Per il resto, sono moltissime le evidenze che indicano gli effetti di numerose diete che vanno ad abbassare a livelli eccessivi i macronutrienti che dovrebbero invece essere la base dell’alimentazione sana: i carboidrati, appunto.
Il motivo per cui le diete “low carb” hanno successo è legato al fatto che sono in grado di far perdere peso in poco tempo. Purtroppo però, le diete di questo tipo mantenute nel tempo provocano effetti negativi sulla salute (si veda il prosieguo dell’articolo). Inoltre, anche tralasciando gli effetti negativi sull’organismo, questi regimi alimentari sono stringenti e difficili da mantenere nel medio periodo, causando quasi sempre l’effetto fisarmonica di chi perde peso velocemente e lo riprende altrettanto velocemente (altra cosa di certo non salutare).
Come anticipato, parliamo oggi in particolare di una dieta fortemente di moda in questo momento: la cosiddetta dieta chetogenica.
Questa dieta nacque in realtà nei lontani anni venti del 1900 per prevenire le crisi epilettiche nei bambini affetti da epilessia. (1)
Per spiegarne velocemente il funzionamento, partiamo dal fatto che normalmente i carboidrati nel cibo vengono convertiti in glucosio, che viene quindi trasportato in tutto il corpo; esso è importante per alimentare la funzione cerebrale. Ma se nella dieta rimangono pochi carboidrati, il fegato converte il grasso in acidi grassi e corpi chetonici. Questi ultimi, passano nel cervello e sostituiscono il glucosio come fonte di energia. Un livello elevato di corpi chetonici nel sangue (uno stato chiamato chetosi) riduce la frequenza delle crisi epilettiche. (2)
Al di là però della cura per persone che soffrono di epilessia, non vi è alcuna base scientifica che dimostri il beneficio di una dieta chetogenica per la salute delle persone.
Tralasciamo l’evidente fatto che questo tipo di dieta sia difficile da mantenere, poichè molto stringente.
Esistono, invece, molte evidenze dei problemi causati da questo tipo di regime alimentare, diversi dei quali sono comuni ad altre diete “low carb”. Parliamo di effetti gravi sulla salute, come ad esempio stitichezza, colesterolo alto, rallentamento della crescita, acidosi e calcoli renali. (3) e (4)
Le diete ad alto contenuto proteico e basso contenuto di carboidrati sono ricche di proteine e grassi di origine animale e possono essere associate a un aumento della mortalità. Al contrario, con proteine e grassi di origine vegetale, le evidenze suggeriscono che potrebbe esserci una diminuzione della mortalità. (5)
A partire dal 2018, la ricerca ha prestato un’attenzione insufficiente ai potenziali effetti negativi della dieta a ridotto contenuto di carboidrati, in particolare per il rischio di insufficienza di micronutrienti, la salute delle ossa e il rischio di cancro. (6) L’analisi in questione ha riportato che gli effetti avversi potrebbero includere “costipazione, mal di testa, alitosi, crampi muscolari e debolezza generale”. (6)
La chetosi indotta da una dieta a basso contenuto di carboidrati ha portato a casi segnalati di chetoacidosi, una condizione pericolosa per la vita. (7) e (8)
Ciò ha portato a suggerire che la chetoacidosi dovrebbe essere considerata un potenziale rischio dovuto ad una dieta a basso contenuto di carboidrati, non una condizione desiderabile a cui ambire. (6)
In una revisione sistematica completa del 2018, lo studio ha riferito che altri casi clinici sollevano preoccupazioni su altri potenziali rischi di una dieta a basso contenuto di carboidrati tra cui coma iperosmolare, encefalopatia di Wernicke, neuropatia ottica da carenza di tiamina, sindrome coronarica acuta e disturbo d’ansia. (6)
Ridurre in modo significativo la percentuale di carboidrati nella dieta rischia di causare malnutrizione e può rendere difficile ottenere abbastanza fibre alimentari per rimanere in salute. (9)
Certo, non stiamo dicendo che una dieta basata su un buon apporto di carboidrati sia di per sé la soluzione a tutti i mali. Ad esempio, dal 2014 è emerso che rispetto al rischio di morte per le persone con malattie cardiovascolari, il tipo di carboidrati consumati è importante; le diete relativamente più alte di fibre e cereali integrali portano a un ridotto rischio di morte per malattie cardiovascolari rispetto alle diete ricche di cereali raffinati. (10)
Per concludere, prima di fare scelte estreme a livello nutrizionale ascoltate un consiglio: rivolgetevi ad uno specialista e valutate bene i potenziali rischi per la vostra salute.
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Fonti
1 https://pediatrics.aappublications.org/content/119/3/535
2 http://biomedj.cgu.edu.tw/pdfs/2013/36/1/images/BiomedJ_2013_36_1_2_107152.pdf
3 https://www.bda.uk.com/resource/top-5-worst-celeb-diets-to-avoid-in-2018.html
5 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6339822/
6 http://eprints.gla.ac.uk/168899/1/168899.pdf
7 https://en.wikipedia.org/wiki/Low-carbohydrate_diet#cite_note-ups-1
8 https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/dme.13845
9 https://www.nhs.uk/live-well/healthy-weight/why-we-need-to-eat-carbs/
10 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4351995/
Altre fonti
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5959976/
https://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/healthy-weight/diet-reviews/ketogenic-diet/