LA STORIA DI RICKY MEGEE: è successo davvero?
Di Kyt Lyn Walken
Sopravvivere nel deserto per 71 giorni: è davvero impossibile! La storia di Ricky Megee, per quanto apparentemente incredibile, sembrerebbe provare il contrario.
E’ il gennaio del 2006, precisamente il giorno 23. Mentre si sta recando al suo nuovo posto di lavoro il trentacinquenne Megee decide di dare un passaggio ad un gruppo di autostoppisti che sono fermi nel bel mezzo dell’Australian Outback, la vasta area interna del continente, contraddistinta da un paesaggio (e clima) desertici.
Il giovane Ricky, a posteriori, dice di non ricordare affatto quello che sia successo poco dopo: suppone di essere stato drogato, avvolto nella plastica – un pò alla Laura Palmer di Twin Peaks per intenderci, e buttato dentro una buca in zona estremamente remota, popolata da dingo.
Riuscito a liberarsi, Megee realizza di non vedere la sua macchina nei dintorni, e di essere praticamente solo, praticamente senza nulla addosso, e, quel che è peggio, lontano da qualunque forma di civilità a cui chiedere aiuto.
Rimane 71 giorni in quello che solitamente, usando una espressione americana, viene definito come “somewhere, in the middle of nowhere” (da qualche parte, nel mezzo del nulla).
Alcune skills di sopravvivenza, come nel caso delle altre storie trattate in precedenza, gli permettono di sopravvivere: riesce infatti a costruire un riparo ricorrendo a rami e foglie per ripararsi dalla forte escursione termica notturna, e con le rocce crea una sorta di barricata contro le incursioni dei dingo; con lance improvvisate cattura e si nutre di insetti, sanguisughe, serpenti. E per l’acqua? Dichiara di aver bevuto la sua stessa urina.
Tutto questo fino al giorno in cui dei bovari lo trovano, scheletrico e con 45 kg in meno addosso. Condotto immediatamente in ospedale, i medici sono preoccupati per il suo grave stato di malnutrizione e denutrizione, ma sopravvive.
La sua vicenda ha certamente destato molti sospetti, eppure non sono state trovate prove inconfutabili che provassero la non veridicità della sua versione. Come non è mai stata rinvenuta la sua auto. A noi piace pensare che ce l’abbia fatta. Davvero, e con tutta la sua onesta volontà.
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