Le mucche hanno sterminato gli orsi polari
Come vi immaginate un orso polare? Probabilmente come un animale maestoso, una delle creature più affascinanti del mondo animale, capace di incutere un incredibile senso di timore in chi lo osserva.
L’immagine dell’orso bianco che è scolpita nell’immaginario collettivo presto però sarà solo un lontano ricordo.
L’orso polare è stato vittima del riscaldamento globale: il rapporto del WWF “Cambiamenti climatici e sesta estinzione di massa” ci propone una previsione terrificante secondo la quale nel 2050 potrebbero essere estinti due terzi degli orsi polari. Questo fenomeno è causato degli effetti del cambiamento climatico in corso, che sta provocando la riduzione del ghiaccio marino dell’Artico, habitat naturale dell’orso polare.
Ma se in Artide la situazione è drammatica, in Antartide non si può dire che la situazione sia migliore. Qui infatti, secondo il rapporto del Wwf, se la temperature mondiale media dovesse salire di altri due gradi sarebbe a rischio il 75% della popolazione dei pinguini di Adelia.
Le previsioni sono catastrofiche: una vera e propria estinzione di massa. Questa sarebbe la sesta estinzione di massa della Storia del Mondo che, a differenza delle precedenti, non sarebbe dovuta a fenomeni geologici naturali ma all’uomo.
Oltre a orsi polari e pinguini, sono a rischio tutti gli animali che vivono negli ambienti freddi. Così in Italia rischiamo di far scomparire dalle nostre montagne gli stambecchi, gli ermellini, i fringuelli e la pernice bianca.
Ma non finisce qui… Ci sono animali che traggono vantaggio dai cambiamenti climatici in atto: zanzare e meduse, ad esempio… Non proprio le creature più simpatiche sulla Terra, insomma!
Il balzo nelle temperature medie globali è attribuibile all’aumento, dovuto all’attività umana, della concentrazione atmosferica dei gas serra, tra cui l’anidride carbonica. L’aumento della concentrazione dei gas serra, a sua volta, è dovuta, da un lato, alla generazione di energia per mezzo di combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale), alla deforestazione e all’allevamento intensivo. Si tratta di tre tematiche (l’utilizzo di combustibili fossili, la deforestazione e l’allevamento intensivo) complesse e difficilmente affrontabili in un articolo di un blog, ne siamo consci: per questo ci limitiamo a citarvi alcuni dati preoccupanti.
Nel 2017 si è registrato un ritorno alla crescita delle emissioni globali di CO2, dopo 3 anni di crescita 0. Questi dati sono ancor più preoccupanti perché registrati pochi mesi dopo la conferenza sul clima di Parigi (dicembre 2015). In quell’occasione 195 governi hanno adottato il primo accordo universale e vincolante sul clima mondiale nel quale si impegnavano, tra le altre cose, a ridurre le emissioni di anidride carbonica .
Un’altra causa del surriscaldamento globale è, come detto, la deforestazione. Tra il 2012 e il 2017 la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 75%. E se l’Amazzonia può sembrare distante, un rapporto della Commissione Europea afferma come dal 1990 al 2008 l’Europa sia responsabile della deforestazione di 9 milioni di ettari di foreste, una superficie grande come l’Irlanda.
Infine veniamo alla causa, forse la più inaspettata: vale a dire l’allevamento intensivo, tema già affrontato in questo blog. Il bestiame rilascia metano attraverso i microorganismi responsabili delle digestione: le flatulenze delle mucche sono quindi una delle principali fonti di azoto nell’aria. A questo poi si deve sommare il protossido di azoto generato dalla decomposizione del letame. Dobbiamo poi aggiungere l’impatto ambientale di tutte le risorse utilizzate (come acqua, energia e terreni) per l’allevamento degli animali (mucche, ma anche maiali, polli, e tutti gli altri animali che alleviamo per fini alimentari).
Polemicamente, e in maniera semplicistica, potremmo concludere che le mucche hanno sterminato gli orsi?
Chiaramente si tratta di una provocazione, ma se la conclusione può apparire azzardata, non è purtroppo troppo distante dalla realtà.
I dati relativi all’estinzione degli animali sono tratti dal Rapporto del Wwf ”Cambiamenti climatici e sesta estinzione di massa”.
I dati sulle emissioni sono tratti dal rapporto presentato dalla World Meteorological Organization (Wmo) del 2017.
I dati sulla deforestazione sono tratti da “Study “The impact of EU consumption on deforestation” del 2017.