L’importanza di pensare fuori dagli schemi
C’era una volta a Venezia un commerciante, che gestiva con successo il trasporto di spezie dall’Asia all’Europa. La sua vita proseguiva a gonfie vele: i commerci erano fiorenti e la sua famiglia era felice. Tutto cambiò il giorno in cui il commerciante, accecato dall’avidità, decise di chiedere in prestito una grossa somma di denaro per importare un carico enorme, dal quale era convinto di poter trarre molto guadagno.
Si recò così a Siena, presso la Gran Tavola dei Bonsignori, sperando di avere il prestito di cui aveva bisogno. Dopo un lungo viaggio, il commerciante incontrò i vertici della Gran Tavola. Purtroppo però, nonostante la capacità persuasiva del commerciante, la somma era troppo elevata e la Banca di Siena era amministrata con grande perizia (bei tempi…). La Gran Tavola dei Bonsignori non avrebbe mai concesso un prestito tanto grande, pur conoscendo l’abilità del commerciante veneziano. La Banca, così, rifiutò seccamente, senza se e senza ma.
Il commerciante tornò quindi a Venezia con la coda tra le gambe, triste per l’opportunità che avrebbe perso e che gli avrebbe potuto invece fruttare un sacco di quattrini. Non si dette però per vinto, sapeva di avere un’ultima possibilità, anche se molto rischiosa: avrebbe chiesto il prestito al vecchio usuraio di Venezia! Nonostante un tasso di interesse folle, l’operazione di importazione sarebbe stata così redditizia da risultare comunque conveniente. Fu così che il commerciante accettò i soldi del vecchio usuraio. Quello che non sapeva, però, è che l’usuraio aveva in serbo un piano malefico. Aveva infatti messo gli occhi sulla giovane figlia del commerciante, una bellissima ragazza, corteggiata da tutte le personalità più importanti di Venezia. L’usuraio si mise così d’accordo con alcuni furfanti per rubare il carico della nave, costringendo il commerciante a non poter restituire il denaro prestato.
Il commerciante disperato chiese all’usuraio cosa avrebbe potuto fare per restituirgli i soldi, ignaro della mala fede dell’usuraio. Il mercante implorò: “Sono disposto a tutto, ma risparmiami la vita! Ti giuro che restituirò fino all’ultimo ducato, avrò solo bisogno di molto tempo!”. Ma l’usuraio tuonò: “Non ho tempo da perdere! Però voglio essere magnanimo… Cancellerò il debito in cambio della mano di tua figlia… So nel profondo del cuore che siamo fatti per stare assieme e ne sono così sicuro che lascerò alla sorte scegliere se davvero è così”.
Il commerciante non potè dire di no alla proposta dell’usuraio: la figlia del commerciante avrebbe pescato da un sacchetto nel quale ci sarebbero state dieci pietre: nove pietre nere ed una pietra bianca. Se la figlia del commerciante avesse pescato la pietra bianca, il debito sarebbe stato cancellato, senza bisogno di alcun matrimonio. Ma se avesse pescato uno dei nove sassolini neri, i due si sarebbero sposati per cancellare il debito.
Si trovarono così per la “grande estrazione”, che avvenne nel maestoso giardino del vecchio usuraio, alla presenza perfino del Doge. Il commerciante era in lacrime: per la sua avarizia aveva condannato la figlia ad una vita di inferno, assieme ad un uomo spregevole come l’usuraio. La figlia però non era solo bellissima, ma anche altrettanto intelligente. Sapeva che l’usuraio non avrebbe rischiato in alcun modo di perdere e avrebbe inserito nel sacchetto tutte pietre nere, senza alcuna pietra bianca… La fama di quel mascalzone lo precedeva! Decise così di estrarre una pietruzza, ma di fingere uno svenimento per la forte emozione, facendola cadere a terra, tra i mille ciotoli del giardino. “Ma che fai, sciocca! Ora non sapremo mai quale colore aveva la pietra che hai pescato, è impossibile trovarla tra tutte queste pietre!”: disse l’usuraio. Con dolcezza la giovane fanciulla rispose: “Vi chiedo perdono, mio Signore. Non ho retto l’emozione, però mi permetto di dire che una soluzione c’è. Controlliamo le pietruzze rimaste nel sacchetto: se ci sarà la pietra bianca, significherà che la sorte ha scelto il nostro matrimonio e sarò lieta di essere Sua sposa. Ma se saranno tutte nere, significa che era bianca la pietra che ho pescato e che sono altri i piani che il Buon Dio ha in mente per noi”. L’usuraio non potè ammettere di avere barato, di fronte a tutta Venezia. Fu così che il commerciante vide il proprio debito cancellato e potè tornare alla propria vita, dopo aver imparato che non avrebbe mai più dovuto prendere rischi eccessivi o affidarsi a viscidi usurai. La figlia d’altro canto, più che meritatamente, fu per sempre libera dallo spregevole usuraio.
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Cosa c’entra tutta questa storia con Bivo? Non siamo belli come la figlia del commerciante. Non siamo nemmeno intelligenti come lei, che è riuscita ad architettare una idea in grado di risolvere tutto in un attimo. Però abbiamo provato a pensare fuori dagli schemi, progettando un alimento diverso da tutto ciò che esiste, ma che risolve dei problemi che gli alimenti più tradizionali non riescono a risolvere…senza rinunciare in alcun modo al gusto!
Per questo diciamo con forza: pensate fuori dagli schemi! (E state distanti dagli usurai)