Lo spreco di cibo, un problema che riguarda tutto il Pianeta
La creazione di piatti prelibati da semplici avanzi è un’arte che le donne italiane hanno tramandato nel corso delle generazioni.
Classici esempi di questa usanza sono la panzanella toscana e la pizza di pane, ricette nate per riutilizzare il pane raffermo. I piatti sorti dalla necessità di non sprecare cibo sono numerosissimi e vari in tutte le regioni d’Italia.
Dal Dopoguerra ad oggi tuttavia le tendenze al risparmio e al riutilizzo del cibo sono diminuite notevolmente. Lo spreco alimentare mondiale è aumentato a dismisura da un lato perché il costo del cibo è diminuito dall’altro perché si dedica meno tempo alla spesa e a cucinare.
Chi di noi è abituato a fare la lista della spesa prima di entrare in un supermercato? Quante persone vedete entrare al supermercato al telefono, di corsa, per nulla concentrati sugli acquisti?
Quasi nessuno ormai fa la spesa tenendo conto di un piano di consumo settimanale, analizzando le quantità acquistate rispetto alle reali necessità. Il risultato di questi comportamenti è l’acquisto di prodotti superflui e in quantità eccessive. Chi non ha mai gettato nei rifiuti una marmellata dimenticata in frigo? Per non parlare di certi sughi venduti in barattoli xxl e spesso abbandonati dopo il primo utilizzo.
Avete idea di quanto cibo viene buttato nella spazzatura?
Beh, mediamente in Europa c’è uno spreco pari a 180 kg di cibo all’anno pro capite. In testa a questa terribile classifica c’è l’Olanda in cui ogni cittadino genera 579 kg di spreco annui mentre in Italia il valore dello spreco alimentare annuo pro capite è di “appena” 149 kg.
Lo spreco di cibo principalmente avviene in casa, dove per ogni chilogrammo di cibo ne vengono sprecati 420 grammi. Ma consideriamo anche che in tutta la filiera di produzione vengono sprecati ulteriori 390 grammi di cibo per ogni chilogrammo.
I dati a livello globale sono ancora più preoccupanti: ogni anno vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Vale a dire che un terzo della produzione mondiale di cibo destinato all’uomo finisce tra i rifiuti.
Questi dati sono spaventosi non solo dal punto di vista economico ma soprattutto sociale. E’ stato calcolato che gli alimenti sprecati nella sola Italia in un anno sfamerebbero quasi 44 milioni e mezzo di persone. Negli Stati Uniti lo spreco medio annuo di una famiglia di 4 persone permetterebbe di sfamare per un anno una famiglia in un Paese in via di sviluppo.
Un’altra nota dolente degli sprechi riguarda l’inquinamento. Secondo il rapporto WWF Italia “Quanta natura sprechiamo”, in Italia nel 2012 sono stati utilizzati 1.226 milioni di metri cubi d’acqua per la produzione di cibo che poi non è stato utilizzato. La stessa quantità d’acqua avrebbe soddisfatto il bisogno idrico di 19 milioni di italiani per un anno. Sempre nel 2012 in Italia per produrre e trasportare cibo non utilizzato sono state sprigionate nell’atmosfera 24,5 milioni di tonnellate di biossido di carbonio e 230 mila tonnellate di azoto reattivo.
Solo negli ultimissimi anni, anche in relazione alla crisi economica, lo spreco alimentare in Italia ha osservato una leggera contrazione che però è ancora decisamente troppo lieve rispetto alla quantità di cibo inutilizzata. Questa leggera contrazione dello spreco è frutto della consapevolezza degli italiani di questo problema, come evidenziato da Eurisko nel 2013.
Questa consapevolezza è uno dei punti fermi che ha motivato il nostro progetto. Bivo vuole dare il proprio contributo nella lotta agli sprechi. Quanto cibo abbiamo sprecato nella vita per mancanza di tempo?
I dati citati in questo articolo sono tratti da:
-Lo spreco alimentare: cause, impatti e proposte; Barilla Center for Food and Nutrition; 2012.
-Il libro nero degli sprechi; A. Segrè, L. Falasconi; Edizioni Ambiente; 2011.
-Quanta natura sprechiamo; WWF Italia Ong-Onlus; 2013.
-Indagine GfK Eurisko – Gli Italiani e lo spreco alimentare; 2013.