PER PRANZO E CENA UN PUGNO DI INSETTI: la storia di Daniel Dudzisz
di Kyt Lyn Walken
Quasi cento chilometri. E’ questo il tratto in cui, tra Windorah e Jundah, nel 2014, il ventiseienne tedesco Daniel Dudzisz (NDR: si veda la foto di copertina) si perde. E’ in vacanza nel Queensland australiano, da solo. Ha agognato questo viaggio in completa solitudine per anni, studiando su siti internet libri e manuali, le caratterestiche geografiche e faunistiche.
In qualche modo, il giovane tedesco ne è affascinato ai limiti dell’ossessione, tanto da non voler con sè neppure una guida locale. L’ambiente, come abbiamo già avuto modo di constatare in un articolo precedente, è inospitale e ai limiti della sopportazione persino per gli autoctoni, che si tengono alla larga da quella area così vasta e desolata che da secoli chiamano “Outback”.
Chi si perde difficilmente fa ritorno. Circolano voci di sparizioni misteriose, di spietate lotte per sopravvivere in un ambiente che ha ben poco da offrire in termini di risorse naturali. Le temperature sono spaventosamente calde di giorno per poi scendere in picchiata durante la notte. Senza l’attrezzatura adeguata, uscirne vivi è a dir poco impossibile.
Eppure Daniel decide che quella è la sua meta, rispondendo ad un richiamo quasi ancestrale. Non è uno sprovveduto, ma la sua esperienza si è consolidata unicamente nelle foreste della sua nazione, ben lontane dagli scenari dell’emisfero australe.
Forse invetabilmente, dati i presupposti, Daniel perde l’orientamento. E l’inospitabile Outback diventa, quasi in un disegno più ampio, la sua casa per due settimane. Durante la sua traversata a piedi, infatti, il tedesco viene sorpreso da inondazioni improvvise: persi i punti i riferimento, si ritrova a vagare in un allucinata ricerca di una strada. Compresa la gravità della situazione, e non avendo con sè scorte di cibo a sufficienza, Daniel ripiega sulla decisione di cibarsi di insetti – principalmente mosche, riferirà poi – e di bere acqua stagnante. Sono scelte forti, dettate dalla disperazione, diranno giustamente molti Survivalisti.
Ma lo studente le fa, e le porta avanti con la convinzione strenua di non avere altra possibilità di uscire da quella situazione.
Dopo quattordici giorni un motociclista lo trae in salvo e gli presta i primi soccorsi. La sua vicenda, raccontata anche ai medici, ha dell’incredibile: Daniel è un vero sopravvissuto, ma anche, e soprattutto, un giovane uomo testardo.
Afferma, infatti, di esserne uscito miracolosamente vivo, ma anche di avere tutte le intenzioni di ripetere la sua impresa, solo ma armato di maggior consapevolezza sui rischi del territorio e sugli imprevisti che una impresa in solitaria può nascondere.
E voi cosa avreste fatto? Questa è la domanda che sorge spontanea al termine della lettura di una storia incredibile come quella di Daniel Dudzisz.
Non possiamo permetterci di ignorare rischi e pericoli di una esplorazione così come di una semplice escursione nei boschi. Ecco perchè è importante essere preparati, avere – e coltivare – la giusta mentalità e portare con sè strumenti e viveri che possono garantirci la sussistenza. Per questo Bivo ha ideato un pasto proteico e al contempo leggero da trasportare e immediato nella sua preparazione!
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