Un Folle Volo
Una caduta da 70 metri apparentemente fatale: la storia di Angela Hernandez
Di Kyt Lyn Walken
“La cosa più difficile è la decisione di agire, il resto è pura tenacia.”
La storia che vi presento oggi non poteva che essere introdotta da una bellissima frase della grande Amelia Earhart. La fine dell’avventurosa aviatrice americana, dispersa nell’Oceano Pacifico il 2 Luglio 1937, è ancora avvolta nel mistero, ma di lei restano le sue imprese, i suoi pensieri e le sue convinzioni. Non si tratta di femminismo, badate bene: come lei stessa ha detto, si tratta di tenacia, al di là delle differenze di sesso.
6 luglio 2018. La ventitrenne Angela Hernandez, originaria dell’Oregon, sta affrontando un lungo viaggio con destinazione California del Sud per fare visita alla famiglia. E’ partita da Portland, e deve coprire una distanza di circa 1000 chilometri. E’ da sola, e la guida in alcuni punti dell’itinerario richiede massima concentrazione. Come nei pressi della affascinante Big Sur, dove la strada costeggia imponenti scogliere che si affacciano vertiginose sull’Oceano Pacifico.
“Mi mancano ancora sei ore di viaggio”, scrive in un messaggio ai parenti per tranquilizzarli. Ma dopo quelle parole, il silenzio cala su Angela e la sua Jeep. La ragazza sembra sparita nel nulla, e viene immediatamente diramata la notizia della sua scomparsa alle autorità locali dell’ultimo tappa da lei indicata.
Nessuna pista viene scartata: dal gesto di un folle al sequestro per ricatto, fino ad una potenziale uscita di strada della vettura con conseguente fatale caduta dalle altissime scogliere di Big Sur. Di questo si tratta, per l’appunto. Una settimana dopo, infatti, alcuni escursionisti trovano la carcassa delle Jeep di Angela in quella zona esatta, parzialmente inghiottita dalle acque dell’Oceano. E trovano anche lei, disidrata, ferita ma viva. E’ il 13 Luglio.
La stessa rivela di aver sbandato con l’auto per evitare un piccolo animale che stava attraversando la strada, perdendo il controllo della macchina e finendo a capofitto verso il Pacifico. Di quel folle volo, Angela non ricorda nulla; è invece viva in lei la sensazione di essersi risvegliata con l’acqua che oramai le stava raggiungendo le ginocchia.
“La cosa più difficile è la decisione di agire, il resto è pura tenacia.” La giovane, seppur trafitta dal dolore dei traumi e delle emorragie, agisce. Si libera e abbandona il veicolo e passa le giornate successive solcando la spiaggia in tutta la lunghezza, nel tentativo disperato di farsi avvistare dalla strada o da qualche barca.
Potendo contare sul del cibo e delle bevande predisposti per il lungo viaggio che doveva affrontare, Angela è riuscita a salvarsi. Ma quanti altri si sarebbero abbandonati alla inevitabile disperazione, in una situazione talmente critica? La giovane, come lei stessa ha ammesso, non aveva alcuna nozione di survival. L’imprevisto è arrivato e la sua tenacia di sopravvivere l’ha vista vittoriosa.
(Qui sotto un’immagine di Angela dopo l’incidente e della sua macchina ritrovata)
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